Solo sermoni elettronici possono salvarci? Ormai solo un linguaggio digitale potrebbe interagir con l’uomo moderno? E chissà se i sogni di Alèm sono virtuali così come quelli del suo “ES” reale, cioè quelli di Alessandro Minichino? Parliamo di un esordio molto interessante, libero e istintivo nella natura poliedrica di mille facce diverse. Dentro queste 14 tracce inedite pronti a trovarci di tutto, dal cemento ai chip, dai modi analogici a quelli digitali, dai robot ai cliché.

Alèm fa una critica sociale decisamente severa, anche puntuale per la sua giovane età, demonizza i telefonini e la nostra vita “Always on” – come la definisce Savonardo… demonizza le distrazioni dal reale che in fondo forse non ci interessa neanche più.

Annienta il perbenismo e il disincanto, ricerca il valore del silenzio e sputa in faccia al pesante rigore tutto farlocco della pubblica piazza. Il far vedere è il vero dogma di fede. Inneggia alla verità di se e qui chiamo in causa uno dei brani più deboli a mio parere: “Mercoledì” con questo modo solare di fare pop e di alterarlo con trovate sonore sempre puntualmente originali. Il nostro tempo ormai è decantato dal sistema… ma è nostro ancora? Beh allora fermiamoci e “dedichiamogli tempo”. E che dire della trasgressione di “Solo RMX”? E allora non stupisce la “radiofonicità” del singolo “Chissenefrega” dentro cui svetta un drumming davvero gustoso. Non staremo qui a sfogliare brano per brano ma solo a seminare la vostra curiosità: una giovane penna che al rap chiede spesso il conforto di soluzioni efficaci e al pop quelle popolari. È un disco denso di personalità: Alèm ci sa fare con i suoni e ci regala una produzione davvero densa di maturità.

Continuando a navigare su questo sito accetti l'utilizzo di cookies. Maggiori Info

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi